03-07-2024
Intelligenza artificiale e professione forense
Opportunità e criticità per l′avvocatura
La "Intelligenza Artificiale" promette di rivoluzionare la professione giuridica senza eccezioni di sorta. Non ci è difficile immaginare come la tecnologia moderna possa essere applicata in diversi campi del diritto. Del resto, la recente esperienza di informatizzazione del processo ha già mostrato come possa essere travolto il ns. ordinamento dal progresso tecnologico. Chi di noi non ha mai utilizzato un motore di ricerca per approfondire una tematica o prendere ispirazione per la redazione dei propri atti? Chi di noi, dunque, non ha utilizzato questi sistemi per accelerare sommariamente le nozioni di base della ns. preparazione? Ebbene l′automazione della ricerca legale, della redazione di documenti, della gestione della corrispondenza con i clienti sono solo alcune delle attività che l′IA è in grado già di offrire agli avvocati promettendo di semplificarne la vita e di rendere la pratica più efficiente. Questo non significa certo che gli avvocati potranno essere sostituiti dalle macchine. Però c′è il serio rischio che molti avvocati, non in grado di confrontarsi con questa ennesima nuova realtà giuridica, possano esserne travolti: del resto sono stati già ingiustamente travolti i colleghi non in grado, per età e predisposizione, a confrontarsi con sistemi operativi, con le pec e con le tante e sempre diverse peculiarità tecnico informatiche del processo telematico. Mi riferisco non solo ai colleghi che non erano in grado di poter contare su risorse utili a procurarsi questi nuovi imprescindibili strumenti dellattività forense, ma ai colleghi, di grande esperienza, che disertano oramai le aule giudiziarie non potendosi più riconoscere in questa nuova realtà, con un evidente impoverimento di tutta la classe forense ed in particolar modo delle nuove generazioni che da quellavvocatura attingevano quotidianamente deontologia e qualità nellesercizio della professione. La nostra missione odierna, però, è quella di collaborare a formare una classe professionale in grado di comprendere a pieno il fenomeno per poterlo governare o quanto meno per poterne prevenire i tanti effetti negativi che si stanno già paventando. Così come valorizzare gli effetti di una realtà informatica che potrà aiutare a fornire un servizio migliore ai nostri clienti, a gestire un maggior numero di casi ed aiutarci a concentrare sulle parti del nostro lavoro che richiedono competenze unicamente umane, come l′empatia, il giudizio e la creatività. Questa la sfida che attende l′avvocatura ed è questo il campo su cui oggi siamo chiamati a confrontarci senza dimenticare che le nuove tecnologie portano con sé nuovi dilemmi etici. Al proposito trovo illuminante il pensiero dellavv. Antonio De Notaristefani di Vastogirardi, Presidente dellUnione Nazionale delle Camere Civili, che ha lucidamente inquadrato la vera prospettiva del dibattito. Certamente l′IA applicata al campo della giustizia risponde alla logica che presiede alla efficacia del processo produttivo di una azienda: occorre produrre, in un tempo ragionevole, un adeguato volume di merce di qualità accettabile; in fondo, è la logica che ha governato anche le ultime riforme ma è una logica alla quale dobbiamo opporci perché la giustizia non è statistica ma dubbio ragionevole, è possibilità di cambiare idea ed è, soprattutto, necessità di antivedere l′evoluzione del costume sociale (si pensi alla grande funzione sociale svolta dall′evoluzione giurisprudenziale nel diritto di famiglia). La considerazione conclusiva è un monito per il futuro: bisogna tenere alta la soglia di vigilanza sulle imprese che creano i sistemi di IA al servizio del comparto giustizia perché gli interessi delle grandi imprese, già sponsor di tali iniziative sperimentali, di certo non collimano con equità e giustizia. Purtroppo si intravede nitidamente la possibilità che i sistemi automatizzati possano rafforzare la posizione delle organizzazioni (sociali e professionali) che dispongono di grandi risorse, con la logica conseguenza che le nuove problematiche economico-sociali possano essere trattate per lo più da tali organizzazioni che, per attitudine e per predisposizione, sono ben lontani dalle esigenze e dalla tutela della base sociale. In definitiva, ben venga lintelligenza artificiale, anche perché non ci si potrà mai opporre al progresso, ma solo come strumento di supporto al lavoro dei giudici e degli avvocati: non per renderlo più veloce ma per aiutarlo nel lavoro di routine.